mercoledì 23 novembre 2016

Mini recensione - Mascara PUPA VAMP a confronto: Pupa Vamp!, Vamp! Extreme, Vamp! Definition

Ciao ragazze! Eccomi finalmente con un nuovo post! Oggi voglio parlarvi e fare un confronto tra 3 prodotti: i mascara Vamp di PUPA.
I prodotti di questa linea sono tre, il primo fra tutti, uscito qualche anno fa, è il Vamp! "classico", disponibile sia in versione waterproof che non, successivamente si sono aggiunti il Vamp! Extreme, e in questo ultimo periodo c'è stato un nuovo arrivato, il Vamp! Definition. Tutti e tre i mascara promettono volume smisurato e ciglia separate e definite.
Per la versione classica ed extreme, oltre al nero sono disponibili anche altre colorazioni, mentre per il definition è disponibile solo la colorazione extrablack.
Gli scovolini sono tutti e tre diversi fra loro.









 
 
 
 
Ma senza perderci in tante chiacchiere, credo che il modo migliore per confrontare i tre mascara sia quello di vederli applicati, quindi vi posto le foto con i vari mascara.
 
 





 


 
 
 
Non so se dalle foto possano notarsi le differenze, che seppur lievi ci sono.  Avendo provato tutti e tre posso dire che quello con cui ho ottenuto un effetto migliore è il Vamp! classico, a seguire, in ordine di preferenze ci sono l'extreme e il definition.
Quindi il terzo arrivato in casa pupa (Vamp! Definition) per la mia tipologia di ciglia non è stato affatto migliore degli altri due, anzi, è meno nero rispetto ai colleghi e tende ad unire maggiormente le ciglia.
Il vincitore per me, con un maggior effetto volume è quindi il primo uscito, semplicemente il mascara Vamp! versione non waterproof.
 
Spero che il post possa esservi utile, e fatemi sapere cosa ne pensate! A presto :*

sabato 19 novembre 2016

7000 anni di Unghie – Nascita di uno stile di vita

Se fino a pochissimi anni fa avere le unghie curate e decorate era una semplice moda, oggi, è diventato un vero e proprio stile di vita. Praticamente quasi tutte le donne, di qualsiasi età, hanno unghie con smalto, gel o semipermanente.

 
  Anche se il fenomeno sembra essere sorto soltanto nell’ultimo decennio, in realtà la “storia d'amore” tra le donne e le loro unghie ha radici molto più antiche di quanto si possa pensare.

Facciamo un breve excursus storico e andiamo un po’ indietro nel tempo, anzi, un bel po’ , infatti, la decorazione delle unghie (e delle mani) risale a ben 7000 anni fa, quando, nel 5000 a.C. le donne indiane cominciarono ad usare una tintura rossa estratta dalla pianta dell’henné per colorare di rosso le unghie e le dita delle mani, simboleggiando l’appartenenza a un ceto sociale elevato.
Decorarsi le mani e le unghie, infatti,  ha sempre rappresentato nel corso dei secoli un vero e proprio status symbol di appartenenza a ceti sociali privilegiati; questa pratica indicava che la persona non svolgeva alcun tipo di lavoro manuale ma era la servitù a provvederne.


























Nel 3000 a.C., invece, in Cina venne formulato il primo antenato dello smalto, una lacca per unghie composta da: gomma arabica, cera d’api, gelatina, albume d’uovo e tinture vegetali; questo composto doveva rimanere in posa diverse ore affinché si potessero ottenere risultati visibili.

Sempre in Cina, nel 600 a.C., fa la sua comparsa un primo rudimentale allungamento delle unghie, delle vere e proprie corazze-gioiello, decorate con metalli e pietre preziose.
  


 
Successivamente, per un lungo periodo, si è distolto il pensiero dalla decorazione delle unghie, e la manicure standard per le donne consisteva semplicemente in unghie corte e pulite.
Arriviamo al 1850, quando nasce lo smalto sotto forma di pasta in polvere; il prodotto veniva semplicemente spalmato sul letto ungueale per lucidarlo.
 
1924,  Cutex e Glaxo sono i primi a produrre uno smalto liquido colorato, usando una vernice simile a quella utilizzata per le carrozzerie delle automobili. Successivamente lanciano sul mercato il primo remover a base di acetone sicuro per uso domestico.

Nel 1932, l’imprenditore Charles Revson lancia il brand Revlon insieme al chimico Charles Lachman  (dal cui cognome deriva la L di Revlon). Lucido e duraturo lo smalto Revlon è una rivoluzione: la sua formulazione a base di pigmenti colorati, e non più tintura, copre le unghie invece di macchiarle.





Per quanto riguarda la ricostruzione vera e propria abbiamo alcune date significative:

·         1920-1925 à Ricostruzione in porcellana

·         1937 à Precursore dell’acrilico

·         1953 à Ricostruzione in seta

·         1957 à Ricostruzione in acrilico o resina

·         1979 à Ricostruzione in fiberglass o fibra di vetro

·         1981 à Ricostruzione in gel

 
Negli ultimi anni, più precisamente negli anni ’90, nascono i gel soak-off, chiamati anche smalti semipermanenti, degli smalti che devono essere polimerizzati in lampada ed hanno una durata di circa 3 settimane, permettendo così, a chi va sempre di corsa e non ha tempo di fare spesso la manicure, di avere sempre mani e unghie curate.

 



Arriviamo agli anni 2000, nasce in Giappone la Nail art, in cui convergono abilità ed estro artistico, che in poco tempo si espande a macchia d’olio in tutto il mondo.

 

Oggi le attività legate alla cura e all’abbellimento delle unghie sono al culmine della popolarità, così come la professione di Onicotecnica, termine che significa letteralmente “tecnico delle unghie”, ovvero  professionista esperta della ricostruzione ed applicazione di unghie artificiali.
Le forme possibili sono sempre di più: quadrata, mandorla, stiletto, squovale…. così come i finish, da quello cromato a quello matte, passando per l’effetto “sabbia” , l’effetto “caviale, l’effetto “pelle”.
Il futuro del settore non è mai stato così luminoso.